Per avere una vita, bisogna esprimersi completamente, sbagliare, ricominciare, e l’amore è un modo per poterlo fare. Questa è la chiave del film italiano candidato all’Oscar

di Marta Venanzi

“Da qualche parte in Nord Italia”, 1983. Una delle estati più calde degli ultimi anni. Elio Perlmann, 17 anni, ragazzo più maturo dei suoi coetanei. Il padre, archeologo e professore universitario, invita ogni anno in casa sua uno studente straniero per seguirlo nella tesi di post dottorato

Quell’anno è il turno di Oliver, un giovane affascinante e brillante che riesce subito ad ambientarsi e a risultare una bella compagnia per tutta la famiglia Perlmann. Il giovane Elio prova un sentimento quasi sconosciuto e all’inizio si convince sia odio. Ma nella sua mente si aprono nuove strade e l’insieme di amicizia, passione e ammirazione può essere definito solo con questa parola, amore: così frequente, ma che pochi comprendono fino in fondo

Questo film, “Chiamami col tuo nome”, tratto dall’omonimo romanzo di André Aciman e diretto dal regista italiano Luca Guadagnino, è nelle sale dal 18 gennaio 2018 e ha già fatto sobbalzare (letteralmente) i critici cinematografici, tanto che è candidato a 4 Oscar tra i quali miglior film e miglior attore per Timothée Chalamet e Armie Hammer (Elio e Oliver)

La notte degli Oscar si svolgerà il giorno 4 marzo e gli italiani sono emozionati per la premiazione, ma i dubbi sono pochi: un film travolgente, un inno all’uguaglianza e all’amore senza freni, il vivere la vita con passione e goderla fino in fondo. Il tratto di erotismo presente nella pellicola è leggero, quasi trasparente, una ricerca del sé che lo rende ancora più affascinante, seducente

Un progresso notevole anche per la società, perché qui l’omosessualità non è considerata più come una differenza, un puntino privo di luce tra tanti punti chiari, ma come una scoperta, un’unione forte tra due ragazzi giovani e liberi

La colonna sonora, “Mystery of  Love – Original Call me by your name soundtrack”, scritta e interpretata da Sufjan Stevens, ha una struttura lieve e appassionante: il cantautore pronuncia le sue parole in un sussurro, la melodia ha una sfumatura allegra, infantile – se così si può definire – e piacevole, che risalta all’orecchio e fa sorridere, entra nella mente e la accende

Purtroppo non sono venute a mancare le critiche, tra le quali una speculazione sulla pedofilia a causa dell’età di Oliver (24 anni) rispetto a quella di Elio (17 anni). Quest’opinione è principiata dal commento critico dell’attore James Woods ed è giunta fino alle orecchie del regista e degli attori: questi hanno smentito le accuse d’indulgenza nei confronti della pedofilia, aggiungendo che in Italia i giovani al di sopra dei 14 anni vengono ritenuti “consapevoli delle loro azioni”, perciò non coinvolti nel reato di abuso di minore

La figura dei genitori di Elio, sebbene il regista non si sia incentrato particolarmente su di loro, ha – secondo la mia tesi – un ruolo importante nella vita del protagonista, tanto da riuscire a comprendere fin dall’inizio i sentimenti del loro figlio adolescente. Il padre, uomo con un’ampia cultura generale, enuncia un discorso al figlio che mi ha fatto riflettere. Nel corso delle sue parole, per esempio, dice al figlio che il vivere la vita senza poterla vivere davvero è uno spreco

Questa frase, per me, è la chiave del film. L’uomo ha bisogno di sentirsi vivo, con il passare degli anni l’essere umano è passato dal voler sopravvivere al voler vivere. Per avere una vita, bisogna esprimersi completamente, sbagliare, ricominciare. L’amore è un modo per poterlo fare. Se l’amore non è coordinato con il nostro volere, spesso ci ritroviamo a essere soltanto delle piccole macchine progettate solo per soddisfare bisogni primari

Io, come Aciman e Guadagnino, non voglio che l’uomo divenga ciò. Noi siamo più di questo e siamo capaci di andare oltre ogni difficoltà e pregiudizio per poter essere noi stessi

Un film importante sotto molti punti di vista, intenso e prezioso, che spero colpirà anche la critica alla notte degli Oscar così come ha colpito me