Anche a Roma arriva un’iniziativa che vuole coinvolgere i cosiddetti bambini “ad alto potenziale”… ma cosa è giusto per i forse-geni del domani?

di Arianna Organtini

Il termine bambino plusdotato o gifted child (letteralmente bambino con un dono) indica un piccolo individuo dotato di capacità superiori ai coetanei, alte potenzialità e un quoziente intellettivo sopra la media.

Dal 25 giugno nel nuovo parco divertimenti di Roma “Cinecittà World” ha avuto inizio il Talent Camp realizzato dall’Istituto Ortofonologia (IdO) di Roma, centro che si occupa di diagnosi e terapia dei disturbi della comunicazione e della relazione in età evolutiva, in collaborazione con Spettacoli di Matematica, un’associazione di promozione sociale per la divulgazione della matematica in relazioni a campi quali l’arte, la musica e l’ingegneria.
Lo scopo dell’iniziativa è quello di aiutare a crescere bambini e adolescenti dai 6 ai 14 anni, insegnando loro ad esprimere il proprio talento e a condividerlo con i coetanei. Tutto ciò che occorre ai “piccoli geni” è l’essere muniti di documentazione che attesti una dotazione intellettiva superiore alla media (un Q.I. maggiore o uguale a 120) e che i genitori siano disposti a pagare una cifra non affatto modica (850 €) per seguire la settimana di attività nella quale si prevedono laboratori emotivi, giochi e percorsi didattici.

Ma cosa significa essere un bimbo ad alto potenziale? Quali disagi potrebbe comportare vivere in questa peculiare condizione per  lui e per la sua famiglia?
In Italia questi bambini rappresentano circa il 5% della popolazione, eppure non si sente spesso parlare di questo fenomeno tanto complesso quanto delicato.
Il piccolo grande mondo di un soggetto ad alto potenziale è socialmente molto complicato: nonostante non si sentano diversi dagli altri bambini, non riescono a rispecchiarsi nei coetanei e, con questi presupposti, sviluppare un’introspezione è difficile.
Ci si potrebbe aspettare che il loro rendimento scolastico sia eccellente, eppure la scuola italiana non è pensata per riconoscerli: in alcuni casi questi bambini perdono interesse e autostima, lasciando precocemente gli studi.
Essendo più avanti degli altri bambini, tendono ad annoiarsi o a fare altro durante le lezioni, compensando la noia con l’eccessivo movimento e risultando spesso per i docenti bambini con disturbi di attenzione o iperattività.

Può essere difficile anche per i genitori, spesso spiazzati dal comportamento dei propri figli. Come dovrebbero comportarsi le persone in relazione con un bambino plusdotato?
Come tutti i bambini, anche i gifted children hanno il diritto di essere piccoli, di giocare e di confrontarsi gradualmente col mondo: non è giusto negare ad un bambino la propria infanzia e le proprie scoperte solo perché ha più potenzialità degli altri, tuttavia è altrettanto dannoso lasciarlo a se stesso, col rischio che incorra in problemi sociali o di fiducia in sé.
La strategia migliore da utilizzare nei confronti di questi piccoli individui è di lasciarli liberi di esprimersi e di supportarli senza invadere la loro fanciullezza o le loro scelte