In occasione dei nuovi seminari sul rapporto Scienza-Letteratura, abbiamo chiesto al professor Luigi Arcari, insegnante nell’istituto Leonardo Da Vinci, di rispondere a qualche domanda per informare noi studenti

di Marta Venanzi


Buongiorno professor Arcari, benvenuto nel giornale “La Voce del Leonardo” e grazie per aver accettato di effettuare questa intervista!
Grazie a voi per l’opportunità!
Parliamo dei suoi seminari, iniziati il 24 gennaio. Come si sente all’idea di spiegare ai giovani il rapporto che unisce Scienza e Letteratura, due materie così diverse ai loro occhi?
In realtà non è che io veda delle diversità estreme. Come ho ribadito nell’introduzione di alcuni di questi seminari, per me non ci sono grandi separazioni fra il sapere scientifico e il sapere umanistico: mi piace pensare che ci siano forti contaminazioni, per cui che sia un tutt’uno. Di conseguenza, l’idea di questi seminari è di fare un discorso letterario, una lettura, con un contesto che è quello di alcune microstorie, come dicevo, scientifiche. Fatto sta che non vuole essere una lezione di fisica o di matematica ma qualcosa di più simpatico, più accattivante per destare curiosità ma anche il piacere della lettura

Per questi seminari lei ha preso spunto da vari racconti presenti nel suo nuovo libro cioè “Un diverso punto di vista”. Quale è stata l’ispirazione per questi racconti, è nata da alcuni autori? Oppure ha sentito l’esigenza di voler trasmettere ciò di sua spontanea volontà?
Intanto mi piace scrivere, da accanito lettore ho anche la passione della scrittura. Scrivere delle storie rimanda a delle idee, a dei percorsi letterari che ognuno ha dentro di sé in base alle proprie esperienze, alle proprie letture. In particolare il mio tipo di scrittura è leggermente Kafkiano, cioè orientato all’ironia, al surreale. L’ispirazione specifica di “Un diverso punto di vista” è il raccontare delle storie da un’angolazione diversa, quindi queste storie affrontano delle tematiche fisiche o matematiche che vengono viste dal punto di vista del protagonista di questa storia. In effetti nel libro richiamo una affermazione della scuola Holden, che dice: “ogni storia deve essere raccontata da diversi punti di vista”, quindi per ogni storia c’è una molteplicità di modi di raccontarla, a seconda del punto di vista. Per esempio: il seminario del 24 gennaio è stato su “Il Diavoletto di Maxwell” e in effetti il Diavoletto di Maxwell è un esperimento concettuale ideato da Maxwell, io lo faccio raccontare dal punto di vista del diavoletto, quindi l’influenza principale è questa riflessione della scuola Holden

Ho letto numerosi racconti dal suo sito web e li ho apprezzati moltissimo…
Grazie!
Soprattutto “L’Esecuzione”. Può consigliare qualcuno dei suoi racconti, anche presenti nel suo nuovo libro, in cui traspare un riferimento ai seminari?
Sì, i racconti sul sito web fanno parte di un nuovo libro che è quasi completato in cui inserirò tutta una serie di racconti già pubblicati integralmente sul sito e ne aggiungerò 4 inediti. In particolare i seminari non riguardano direttamente questi racconti, che presento al Leonardo Da Vinci in una maniera diversa, per esempio per qualcuno di questi potrebbe essere svolto un reading recitato (siccome spesso sono in forma dialogica) e potrebbero essere letti da più persone. Per esempio “L’Esecuzione”, lì ci sono cinque personaggi: chi subisce l’esecuzione, tre soldati e il generale. Questo racconto è volto a voler rappresentare in qualche maniera i temi della legalità, i temi della democrazia, quanto sia importante non cedere sui principi, perché cedere su questi ultimi poco alla volta porta poi a cedere su tutto: sembra un pochino ogni volta e, se vogliamo, l’ispirazione mi viene anche dai fatti politici dell’ultimo anno almeno

Focalizzandoci sul suo libro: è agitato all’idea di conoscere l’opinione pubblica riguardo ciò che ha scritto oppure è contento perché riuscirà a comunicare ai lettori cose importanti come per esempio, appunto, gli ideali e la legalità?

Io scrivo per il piacere di comunicare qualcosa e sicuramente mi fa piacere che leggano, al di là dell’acquistare o meno il libro, poi la maggior parte dei miei racconti sono sul blog, per cui sono già alla portata di tutti. Il mio è un desiderio di comunicare e che ciò che comunico sia interessante: in fondo scrivere non deve essere solo un piacere edonistico, personale, ma anche il piacere che qualcuno possa leggerlo, un invito alla lettura, alla riflessione, a capire l’importanza della lettura. Umberto Eco diceva che chi non legge ha vissuto una vita sola, chi legge ne ha vissute tante. Chi ha vissuto 70 anni senza leggere, ha vissuto 70 anni, mentre chi ha vissuto 70 anni leggendo, ha vissuto 5.000 anni! C’era quando Caino uccise Abele, c’era quando Renzo sposò Lucia, ha vissuto una miriade di cose emozionanti, belle, che sono tutte le storie dei libri che ha letto

Cosa vuole dire ai giovani come incentivo per partecipare ai seminari?
Per chi è appassionato di matematica, di fisica, di scienza in generale, nei seminari troverà uno stimolo per affrontare queste tematiche in maniera curiosa, stimolante, e anche per apprezzarne la versione letteraria, l’importanza di cose che magari trascura, come la letteratura, il raccontare delle storie e viverle. Viceversa per chi pensa di avere la passione per la cultura letteraria e quasi teme l’avvicinarsi alle tematiche scientifiche, potrà essere un occasione per avvicinarsi in maniera curiosa e capire che la scienza non è solo il manuale di fisica o matematica ma ha delle storie dentro, delle piacevolezze, e magari potrà trarne stimoli. Questo sarebbe il mio obiettivo

Grazie davvero per la sua disponibilità e … un saluto a tutti i lettori del giornale?
Il saluto è: siate dei buoni lettori!
Grazie mille, arrivederci!
Grazie a voi!