Esiste realmente qualcuno che è stato capace di predire, in tempi non sospetti (2015), l’epidemia di Coronavirus? Quel qualcuno è il padre di Microsoft, secondo uomo più ricco al mondo, ma anche brillante e generoso filantropo

di Agnese Tummolo

 

Bill Gates è un imprenditore, programmatore, informatico e filantropo statunitense, insomma un uomo brillante dalle grandi qualità, ma è notoriamente conosciuto da tutti come il fondatore di Microsoft.

Gates è uno degli artefici della rivoluzione del personal computer ed è, come tutti sanno, la seconda persona più ricca del mondo. Ma non è solo questo, perché è soprattutto una persona generosa, che dedica il suo tempo ad attività filantropiche e si occupa di fare beneficenza attraverso diverse organizzazioni e fondazioni, alcuni delle quali fondate anche da lui stesso.

Cinque anni fa, Bill Gates aveva già parlato in una famosa conferenza di TED di un virus che avrebbe attaccato e sterminato la popolazione mondiale. Quindi in qualche modo aveva predetto le condizioni in cui tutti noi ora stiamo vivendo, affermando che non sarebbero stati dei missili a distruggerci, ma dei microbi.

Ha previsto approssimativamente il numero di morti causati proprio dal virus ed anche le misure di prevenzione da adottare. Ha anche affermato che non il mondo non sarebbe stato pronto ad affrontare una tale epidemia, in quanto fosse stato investito poco denaro in un sistema che potesse fermare una tale catastrofe, e molto denaro in altre cose, forse più futili.

In quel momento però non ci si poneva il problema di cosa fosse utile o meno, perché nessuno avrebbe mai pensato che ci saremmo ritrovati a capire le vere necessità della vita in maniera così drastica e forzata.

Come si è esposto nel marzo 2015 in merito all’argomento, anche oggi nel vivo della pandemia, Gates non rimane nell’angolo, anzi presenta le sue opinioni e propone strategie e metodi che potrebbero riuscire a battere questa e anche altre epidemie.

Propone un piano che vada oltre i confini nazionali, perché forse il Covid-19 fa distinzioni in base all’età, in base al sesso, ma sicuramente non fa distinzioni di nazionalità, dunque non conosce confini.

La prima misura sicura da adottare è quella di assicurarsi la distribuzione mondiale di mascherine, guanti e test diagnostici. Può sembrare una cosa semplice e la mossa di prevenzione più ovvia e scontata da attuare, ma le scorte sono limitate.

Il secondo passo è assicurarsi di avere abbastanza fondi per la ricerca medica per lo sviluppo di un vaccino, perché se c’è una cosa in questo momento che può garantirci un minimo spiraglio di ottimismo è sicuramente la scienza.

I ricercatori sono al lavoro per trovare il miglior vaccino nel minor tempo possibile. Certo non è una cosa semplice ed è richiesto un notevole impegno tecnologico e innovativo, quindi si dovrà investire in impianti di produzione di diverso tipo. In più, quando il vaccino sarà pronto e fuori dal laboratorio le industrie dovranno essere in grado di produrlo in quantità necessarie.

Alcuni giorni fa, Bill Gates ha dichiarato di essere disposto a pagare la produzione del vaccino contro il Coronavirus. L’università di Oxford si sta infatti dedicando alla ricerca e alla creazione del vaccino e Gates ha affermato che – se l’esito della ricerca dovesse essere positivo – sarà lui stesso, insieme ai suoi collaboratori, a garantire che il vaccino sia disponibile a chiunque. Ha poi tenuto a specificare che nessuna delle persone coinvolte in questo progetto pensa di poterne ricavare qualcosa per il proprio tornaconto personale.

Come già detto prima, e come sentiamo al telegiornale in questi giorni, in queste settimane che sembrano interminabili, nessuno al mondo avrebbe mai potuto immaginare una cosa del genere a livello globale, di dover essere costretti a stare chiusi dentro casa, lontani dai nostri affetti, privati delle nostre abitudini, privati delle nostre vite.

Forse, però qualcuno, in qualche modo, ha provato ad attirare l’attenzione per provare a prevenire la situazione, e quel qualcuno è certamente Bill Gates. Dunque, concludendo, non sarà forse meglio affidare il nostro futuro a persone come lui e a veri esperti piuttosto che a politici e burocrati?