Questa sera.
Sono qui, affacciata alla finestra della camera di mia madre, in alto dove posso vedere la pineta che mi circonda.
È mezzanotte inoltrata, è un venerdì sera di fine di aprile.
Alzo lo sguardo, piccoli lampioni e luci esterne delle case come lucciole schiariscono il buio, e si intravedono le sagome dei pini che ci circondano.
Si sente l’estate che si sta avvicinando, sulle mie braccia scoperte percepisco il caldo di giugno dietro l’angolo e ancora la leggera frescura primaverile, che non lascia però spazio ad alcun tipo di brivido: l’estate è vicina.
Sento un leggero vociferare a poche case da me, chissà cosa si starà raccontando quella coppia che per strada sembra sempre così affiatata.
In lontananza il suono leggero del mare e quello vicinissimo di uccelli e animali della pineta, chissà forse anche loro si stanno preparando all’estate.
È tutto così calmo e tranquillo, non c’è ancora il caos estivo che riempie il mio paesino da giugno fino ad ottobre, nessun rumore, a parte le flebili voci e il suono del mare e degli animali.
Ora scrivo per poi ricordarmi, che se tra un mese arriverà tutta quella massa travolgente di gente da tutte le parti, come tutte le cose non piacevoli, sarà solo questione di tempo perché ad ottobre poi, farà le valigie e se ne andrà