Un documentario per ricordarci come la nostra Terra sia un ecosistema a rischio. Con un testimonial d’eccezione, Leonardo Di Caprio

di Marco Guercini

Dopo l’uscita del documentario “Before the flood” (titolo italiano: Punto di non ritorno) diretto da Fisher Stevens per l’ente statunitense National Geographic, i castelli di sabbia costituiti dalle convinzioni dell’opinione pubblica riguardo il processo di cambiamento climatico sembrano essere franati tutti d’un colpo.

È l’attore e ambasciatore Onu Leonardo Di Caprio, da sempre impegnato nell’ambito della salvaguardia dell’ecosistema, a mostrarci quanto il “punto di non ritorno” per il pianeta sia vicino: prendendo come riferimento un quadro che ha segnato la sua infanzia, annunciandogli precocemente uno scenario di distruzione e oscuritá verso il quale l’umanitá sembra correre a piú non posso, ci rende testimoni di una tragica situazione che, a questi ritmi, degenererà sempre di piú fino a provocare lo scioglimento della totalitá dei ghiacciai.

Insomma, tra pochi decenni la storia del suo “Titanic” potrebbe diventare una leggenda, e l’orso polare una creatura mitologica, come anche gli oranghi della foresta indonesiana, trattata alla pari di uno strumento da sfruttare fin quando possibile da parte dei produttori di olio di palma. Seguendo attentamente lo scorrere della pellicola ci si rende conto di quanto Di Caprio sia riuscito a “sfondare lo schermo”, come si dice nel gergo dei mass media. Puntando su un concetto che quasi nessuno sembra prendere realmente sul serio: la prossimitá dell’eventuale disastro ambientale.

Siamo infatti abituati a percepire le ripercussioni di quello che è, a tutti gli effetti, uno stupro del nostro habitat naturale come se fossero delle lontane possibilitá che, ad oggi, non ci riguardano minimamente. La realtá dei fatti è, però, estremamente differente e ne è una dimostrazione il costante innalzamento delle acque che sta creando problemi tanto in India come in Florida.

“Before the flood” è un capolavoro nel suo genere, un documentario d’impatto, ben costruito e di facile comprensione, il che lo rende adatto ad ogni tipo di pubblico, anche ai meno esperti in fatto di ecologia.

Lungo l’arco dei suoi 135  minuti di durata, dalle immagini che scorrono sotto gli occhi degli increduli spettatori traspare l’impegno e la dedizione dell’intera squadra che ha collaborato per portare a termine questo enorme lavoro, al quale l’attore e premio Oscar ha preso parte diventando un simbolo della lotta a un sistema marcio e corrotto che, di questo passo, distruggerá un altro, insostituibile sistema che ci ospita da milioni di anni