Infuriano le polemiche sulle vaccinazioni, ma dove sta la verità? Lo abbiamo chiesto a uno tra i maggiori esperti in Italia sull’argomento, autrice del libro “I vaccini dell’era globale”

di Silvia Orani

I vaccini sono una delle scoperte più importanti realizzate in campo medico, tanto da aver rivoluzionato  l’intera area scientifica e permesso all’umanità di progredire e sconfiggere quelle che erano definite le “gravi piaghe” della società.

Il primo ad aver utilizzato tale tecnica fu il medico inglese Edward Jenner, considerato come il padre dell’immunizzazione, poiché nel XVIII secolo introdusse il vaccino contro il vaiolo. Questa tecnica è stata rivoluzionaria in quanto ha permesso al genere umano di prevenire gravi malattie e di debellare numerosi virus, tra cui quello del vaiolo e nel 1980 anche della poliomielite.

Allora perché in età contemporanea, la società tende a non vaccinarsi? Una delle cause risiede nelle notizie divulgate tramite web, non sempre veritiere. Ma è giusto non sottoporsi o meglio non sottoporre i propri figli alle sedute vaccinali? Grazie all’aiuto di un’esperta, la biologa e divulgatrice scientifica Lisa Vozza (autrice, insieme a Rino Rappuoli, del libro “I vaccini dell’era globale”, edito da Zanichelli), che con grande cortesia e disponibilità ha accettato di essere intervistata, possiamo avvicinarci a questo delicato tema che è di grande attualità.

La polemica su vaccini divampa e francamente è difficile capire che cosa stia succedendo: è solo un caso di oscurantismo o davvero esistono nuove prove e nuovi sospetti sulla loro efficacia e i benefici connessi?

I vaccini sono, dopo l’acqua potabile, la più grande chiave di successo nella lotta contro le malattie infettive: salvano miliardi di vite umane, sono più efficaci delle migliori medicine, hanno un ottimo rapporto qualità-prezzo e gli esperti sono tutti d’accordo. Nella comunità medico-scientifica non c’è alcun dubbio che i vaccini siano sicuri ed efficaci.

Perché tanta sfiducia, allora? Tante ragioni, alcune antiche, altre moderne. Quelle antiche hanno a che fare con il funzionamento del nostro cervello, che non è molto bravo a misurare i rischi. Abbiamo paura di un vaccino che è una procedura sicura e con rischi bassi (lievi reazioni avverse in un caso su un milione) e non abbiamo paura ad andare in automobile (una persona su 100 ha un incidente). Inoltre batteri e virus eludono i nostri sensi, non li vediamo, sentiamo, tocchiamo, mentre un’iniezione è una procedura sgradevole e invasiva per molte persone.

Le ragioni moderne: la memoria delle morti, delle sofferenze e delle disabilità causate dalle malattie infettive non esiste più, nessuno ne ha esperienza diretta. Vaccinarsi per contribuire alla immunità complessiva della comunità non è un comportamento premiante nella società contemporanea. I vaccini sono prodotti da Big Pharma e approvati dai governi, due fra i principali “personaggi” di ogni teoria della cospirazione. I media amplificano paure e falsi scandali, alla ricerca di audience. I politici esasperano paure e conflitti, a caccia di voti e di modi per screditare gli avversari: un’assurdità dato che vaccini e salute non hanno colore politico. Le informazioni su Internet persistono più a lungo che sui media tradizionali, e quelle false e non autorevoli sono più di quelle vere e autorevoli, se non altro per un fatto statistico: gli esperti nel mondo sono meno numerosi dei non esperti.

I tanti casi di cronaca di cui ormai quotidiani e TG sono pieni, sono solo bufale e false news … o c’è un fondo di verità?

Bisogna sempre valutare caso per caso. Generalmente sui media circolano molte bufale, per le ragioni che ho appena illustrato. Bisogna però riconoscere che, pure in questa polemica che infuria un po’ ad arte, la voce a favore dei vaccini si sente un po’ più fortemente rispetto a qualche tempo fa. Con le epidemie di morbillo seguite al calo delle vaccinazioni la gente, giornalisti compresi, hanno iniziato a farsi qualche domanda, a riconoscere qualche responsabilità e a raccontare fatti un po’ più affidabili e seri.

I vaccini sono diventati anche un fatto politico, con tutto un triste corollario di insulti e ripicche… ma non sarebbe meglio che fossero solo gli esperti a occuparsene?

Certamente dovrebbero parlarne soltanto gli esperti. Ma l’aspetto più grave, a mio avviso, è che facendo dei vaccini un tema di parte o di partito, la gente riceve la falsa impressione che ci sia una seria controversia medico-scientifica in atto. Gli esperti invece non hanno alcun dubbio sull’efficacia e la sicurezza dei vaccini, e sulla loro fondamentale importanza per la salute.

È vero che in Italia il numero delle vaccinazioni sta, anno dopo anno, diminuendo in modo sensibile? Quali sono i dati in nostro possesso?

Sì, le vaccinazioni stanno purtroppo calando. Qualche punto percentuale in meno può sembrare una piccola cosa, ma basta a compromettere la cosiddetta “immunità del gregge” ovvero la copertura anche delle persone che non si possono vaccinare per problemi di salute. Per questo il Ministero della salute ha appena reintrodotto l’obbligo di vaccinare i bambini quale condizione per iscriverli in un asilo o una scuola materna.

La nuova società multietnica potrebbe portare con sé un aumento dei rischi e quindi il bisogno di opportune vaccinazioni … o no?

I batteri e i virus oggi viaggiano in jet e anche in passato, quando si servivano delle più lente carovane, non si fermavano ai controlli di frontiera. Noi esseri umani, insieme agli animali di cui ci nutriamo e a quelli che ci fanno compagnia, siamo degli ecosistemi mobili: almeno una cellula su due del nostro corpo appartiene a un microrganismo ospite che portiamo con noi ogni volta che ci spostiamo. Fortunatamente abbiamo sia un sistema immunitario, sia le vaccinazioni che ci aiutano a riconoscere più rapidamente le minacce e a renderle innocue.

Alcune malattie, come il morbillo sono in aumento… ma c’è davvero bisogno di vaccinarsi contro il morbillo? Le nostre nonne ci raccontano che un tempo le mamme cercavano di fare prendere volontariamente alcune malattie ai loro bambini per rinforzare le difese immunitarie…

Sì, c’è davvero bisogno. I racconti dolci e aneddotici delle nonne di solito omettono i pochi casi rari e fatali. Roald Dahl, uno scrittore amatissimo da quasi tutti i bambini, ha perso sua figlia Olivia, di 7 anni, per un’encefalite da morbillo, quando ancora non esisteva il vaccino. Ai genitori che non vaccinano i figli contro il morbillo ha detto: «Pensiamoci bene».

Alcuni studi scientifici hanno provato che nei primi mesi di vita del bambino il sistema immunitario è ancora immaturo. Perché allora le vaccinazioni vengono effettuate subito dopo la nascita e a distanza molto ravvicinata?

È provato che il sistema immunitario di un bambino è in grado di gestire più di un vaccino per volta ed è dimostrato che combinazioni di più vaccini provocano risposte immuni paragonabili a quelle determinate dagli stessi vaccini somministrati singolarmente. Il numero totale delle componenti che si trovano nelle vaccinazioni di routine è minuscolo rispetto a ciò che il sistema immunitario di un bambino incontra normalmente entro i cinque anni di età: in questo periodo infatti un bambino si infetta in media con 4-6 agenti infettivi all’anno, ciascuno dei quali è formato mediamente da 2000 proteine. La risposta immune che i bambini scatenano contro quest’ampia esposizione agli agenti infettivi selvatici eccede perciò di gran lunga quella stimolata dalle vaccinazioni. In definitiva le vaccinazioni multiple non indeboliscono il sistema immunitario, dal momento che bambini vaccinati e non vaccinati sono ugualmente suscettibili a infezioni che non sono prevenute dai vaccini. Insomma, anche su questo fronte mancano le prove che i vaccini possano indebolire o sopraffare le nostre difese.

Perché si somministrano tanti vaccini durante la stessa seduta, in particolare nei più piccoli? Non è pericoloso?

Non è pericoloso e, anzi, con un numero limitato di sedute si aumenta la probabilità che un bambino completi le vaccinazioni previste nel calendario vaccinale.

Una volta per tutte: vaccini e autismo, che c’è di vero?

Non c’è niente di vero. In base a studi su decine di migliaia di persone, ripetuti in molti Paesi, la stragrande maggioranza di medici e scienziati concorda che i vaccini non sono responsabili dell’autismo di cui soffrono numerosi bambini. Nel 2002 il tiomersale, il conservante a base di mercurio accusato di causare le sindromi autistiche, è stato rimosso in via precauzionale dai vaccini. Nonostante questo, i casi di autismo non sono calati. La vicenda nasce da una nota truffa, perpetrata da un medico inglese, Andrew Wakefield, che in seguito è stato radiato dall’Ordine e interdetto dall’esercizio della professione.

Ringraziamo la dott.ssa Vozza per le sue risposte semplici e di facile comprensione per tutti coloro che non fanno parte dell’ambito medico-scientifico. Con le sue parole è riuscita a colmare delle nostre grandi lacune, ma soprattutto è riuscita a trasmettere una maggiore fiducia verso i vaccini.

Come disse Madame Curie “Niente nella vita va temuto, dev’essere solamente compreso. Ora è tempo di comprendere di più, così possiamo temere di meno”. Facciamo tesoro di questa affermazione, per il nostro bene e quello dei posteri

(si ringrazia l’ufficio stampa Zanichelli per la preziosa collaborazione)