L’educazione dei bambini è profondamente cambiata e non in meglio: spesso quello che manca è il “nutrimento” del loro spirito, senza il quale è difficile crescere adulti responsabili ed equilibrati

di Silvia Marzullo

Al giorno d’oggi educare bambini sta diventando un’impresa sempre più ardua e difficile. Vediamo sempre più genitori che perdono la pazienza per un banale capriccio, accontentando i figli in tutto pur di ottenere un po’ di tranquillità. Molti di essi non hanno mezze misure: magari  trattano i figli come piccoli robot da programmare alla perfezione o, al contrario, li lasciano crescere allo stato brado, delegando il compito educativo alla scuola, ai nonni anziani o, peggio ancora,  a qualche babysitter di passaggio che li scorrazza da un’attività extrascolastica all’altra

La disintegrazione della famiglia tradizionale è un dato di fatto. Sono sempre meno le coppie che riescono a stare insieme dalla nascita all’età adulta dei figli e questo, di per sé, è già un fattore destabilizzante nella vita di un bambino. Non certo il peggiore, però, dato che a volte i figli sono usati anche come arma di ricatto, di scambio o di vendetta, e questo non ha davvero giustificazione.

L’unico centro dell’universo per i bambini nei primi anni di vita sono i genitori. Il loro più grande desiderio è quello di fare qualsiasi con con mamma e papà, e non serve inventarsi cose mirabolanti. Basta leggere loro una favola, farsi pettinare e truccare, attaccare figurine sull’album dei calciatori, organizzare una sera picnic davanti alla tv con un cartoon Disney.

Questo era quello che avveniva sino a non molti anni fa, eppure i genitori di oggi – che dichiarano di non avere pazienza o tempo “per queste cose” – sembra quasi una cosa aliena. Eppure queste cose sono importanti quanto mettere in tavola il cibo per i figli. Questi gesti sono il nutrimento del loro spirito, sono i pilastri delle loro sicurezze interiori. Senza, sarà più difficile crescere adulti responsabili ed equilibrati