Il nuovo trend nel mondo del lavoro, i suoi vantaggi e svantaggi. L’idea di una futura scuola smart… Ma ne vale veramente la pena?

di Daria Efficace

Lo Smart Working o Lavoro Agile è il nuovo fenomeno che sta spopolando fra le aziende di tutto il mondo, incluse quelle italiane. Dalle stime dell’Osservatorio dello Smart Working del Politecnico di Milano, risulta che il 58% delle aziende medio-grandi hanno già abbracciato questa nuova modalità lavorativa, cosi come la Pubblica Amministrazione, dove gli impiegati che lavorano da remoto sono stati 4 mila nel 2018 e sono destinati ad incrementare negli anni a venire.

Ma vediamo più da vicino la definizione di Smart Working secondo la Legge n.81 comma 18 entrata in vigore nel giugno del 2017

Lo Smart Working è una modalità di lavoro subordinata priva di vincoli spaziali ed orari da rispettare e un’organizzazione per fasi, cicli ed obiettivi da concordare con il datore di lavoro allo scopo di far conciliare i tempi di vita e lavoro e far accrescere la produttività.

Tutto ciò si può definire una ‘svolta’ per l’Italia, che finalmente si apre alle frontiere del futuro. Secondo le previsioni, nel 2022 23 milioni di europei saranno dei mobile/smart worker, e 10 milioni di questi saranno italiani.

Per quanto sembri facile ed accessibile, lo Smart Working richiede una riorganizzazione totale dell’azienda, una revisione del concetto di Leadership e della condivisione degli stessi spazi. Di conseguenza, l’ambito lavorativo si apre ancora di più, gli impiegati escono dall’ambiente aziendale, il business aumenta.

D’altro canto, molti sono i benefici per i lavoratori e le aziende che adottano lo smart working.

Aziende:

  • Riduzione dei costi (meno uffici, meno rischi ed anomalie);

  • Ottimizzazione dei processi e del business, in quanto l’impresa risulta più attraente sul mercato e la ricerca dei talenti diventa più facile;

  • Lavoratori più tecnologici, più responsabili e più collaborativi fra di loro;

Dipendenti:

  • Rapporto fiduciario con i colleghi e il datore;

  • Maggior consapevolezza sul lavoro;

  • Maggior flessibilità su orari e spazi lavorativi (più serenità=più produttività)

  • Una giornata di Smart Working fa risparmiare 40 ore annuali di spostamenti (meno emissioni per l’ambiente).

Contrariamente a ciò, troppo Smart Working aumenta la sedentarietà: le persone hanno meno voglia di spostarsi per lavorare, e di conseguenza il ritorno in ufficio risulta controproducente. In aggiunta, il lavoro da remoto riduce i rapporti umani e sminuisce il il concetto di cultura aziendale.

Negli ultimi tempi è sorta anche l’idea di una scuola in Smart Working: lezioni via Skype cosi come le interrogazioni e le verifiche, svanisce il concetto di classe unita e della convivenza scolastica in generale.

Dal mio punto di vista, una scuola ‘virtuale’ peggiorerebbe le cose. Viene abolita la collettività, ognuno pensa al proprio conto, l’insegnamento diventa una cosa sistematica ed ovvia. Ancora, gli studenti avrebbero maggiori difficoltà con le lezioni in videochiamata per via di incomprensioni più frequenti con il docente stesso.

La scuola è una preparazione alla vita, dove l’insegnante deve istruire gli studenti e deve saper trasmettergli la passione e l’importanza di sapere come funziona il mondo e quali sono le nostre origini. Infine, è proprio qui che impariamo a rapportarci con persone che hanno una storia diversa dalla nostra