Balotelli e non solo: gli episodi di discriminazione nello sport sono tuttora presenti, non solo tra i professionisti ma anche nel mondo amatoriale

di Paula Szczerbinska

 

Al giorno d’oggi il nostro mondo è influenzato dall’egoismo e dalle discriminazioni, soprattutto di carattere razzista. Lo sport può essere uno strumento per promuovere la coesione sociale e valori importanti come il rispetto e la tolleranza; tuttavia, a volte, è anche uno spazio in cui può svilupparsi la discriminazione razziale

Il razzismo nell’ambito dello sport persiste ancora oggi nonostante i continui richiami, i rimproveri e soprattutto le denunce. Durante le partite o i tornei di qualsiasi sport, molto spesso avvengono vicende in cui i giocatori, definiti ”diversi” per il colore della pelle, per la religione che professano o perfino per le diverse usanze che hanno, sono soggetti ad attacchi verbali o addirittura fisici da parte del pubblico. A volte anche dagli stessi giocatori, che si ritengono migliori sotto diversi punti di vista, ma in realtà hanno ancora molto da imparare, benché abbiano un alto livello di gioco

Oggi questo problema rimane indubbiamente irrisolto, dato che – nonostante in alcune situazioni si sia provato a risolvere qualcosa – purtroppo non si è arrivati ad una soluzione

Ovviamente anche in Italia si sono verificati episodi legati al comportamento razzista da parte dei tifosi, tra cui molto significativo è quello del 2 novembre scorso durante la partita di serie A tra Brescia ed Hellas Verona. L’arbitro è stato costretto a fermare la partita, visti i numerosi cori razzisti dei tifosi veronesi diretti verso Mario Balotelli, che in risposta ha calciato la palla verso la curva della squadra avversaria

Dopo l’accaduto, Balotelli è stato invaso dalla rabbia, nonostante i suoi compagni e alcuni giocatori dell’Hellas abbiano cercato in tutti i modi di calmarlo; dopo alcuni minuti e una comunicazione dello speaker, la partita è ripresa senza problemi

Il presidente dell’Hellas, Maurizio Setti, ha dichiarato  che la platea veronese “è ironica e non razzista”,  ma in realtà bisognerebbe prendere le distanze, dato che la squadra ha reagito con un comportamento piuttosto criticabile, non tollerabile per alcuni.

Questo è solo uno degli esempi legato alla mancanza di rispetto verso persone considerate “inferiori” per via del colore della loro pelle, e la miglior cosa per ridurre gli episodi razzisti è porre fine all’idea della cosiddetta “diversità”