Una simbiosi straordinaria, che porta a un mollusco “mutante”, capace di fotosintesi: questo l’eccezionale caso di Elysia, la lumaca “verde”

di Camilla Serra

Scientificamente definita “Elysia chlorotica”, la lumaca ad energia solare è un mollusco gasteropode in grado di sopravvivere fino a dieci mesi senza nutrirsi, sfruttando unicamente la luce solare e il processo di fotosintesi.

La creatura si trova nella costa Nord-orientale dell’America, fino alle coste della Florida, nelle paludi salmastre che non vanno oltre i 50 cm di profondità.

Il mollusco, il cui aspetto ricorda molto quello di una foglia, varia di grandezza tra i 2,5 cm e i 5 cm e inizialmente nasce marrone con chiazze rosse. Raggiunge un colorito verde solo dopo essersi nutrita della Vaucheria litorea, quasi l’unica alga della quale si cibi, dalla quale “sequestra” i cloroplasti per cleptoplastia (lett. “furto di plastidi”). Inizialmente, per mantenere I cloroplasti, deve assumere questa pianta in continuazione.

Ma come avviene questo “furto” di plastidi? In breve la lumaca, sfrutta la sua radula – rozzamente paragonabile ad una lingua con dentelli – per forare la membrana della pianta, tenendone in bocca il filamento e risucchiandone il contenuto, che digerisce quasi interamente ad eccezione dei cloroplasti, che invece conserva nelle sue cellule, lungo il sistema digerente.

Questo consentirebbe alla creatura ermafrodita di attuare il processo di fotosintesi, e come ogni pianta, di generare da sé il proprio nutrimento.

Sorprendentemente, l’Elysia chlorotica non è l’unico mollusco in grado di effettuare la fotosintesi, e non solo in America. Altri esempi sono la Costasiella kuroshimae, trovata in Asia lungo le coste di Kuroshima (isola del Giappone), nelle Filippine e in Indonesia, l’Elysia pusilla, dalle regioni tropicali dell’Indo-Pacifico e l’Oxynoe olivacea, che si trova nelle coste mediterranee, tipicamente in Sicilia.

Anche queste stanziate lungo coste basse, non sono così evolute come la protagonista di questo articolo, ma sono altrettanto sorprendenti, e se posso essere informale, anche carine.

Perché queste prodigiose creature siano in grado di attuare la fotosintesi, sfortunatamente, ancora non si sa. Si suppone sia possibile grazie a speciali enzimi, ma i dubbi sono troppi per poter fornire dati di fatto. Purtroppo gli scienziati che da decine di anni si occupano di questo settore stanno gradualmente diminuendo e con loro le lumache stesse, già di per sé difficili da trovare, a causa del riscaldamento globale