L’avvento dei cellulari e dei social ha inevitabilmente cambiato il nostro stile di vita, ma quali effetti hanno avuto sulla comunicazione interpersonale ed il livello di concentrazione?

di Federica Vona

In pochi decenni il modo di comunicare è cambiato drasticamente grazie all’avvento dei cellulari e della tecnologia. Infatti se poco tempo fa per chiamare una persona si utilizzava il telefono di casa o un telefono pubblico, ora basta avere un semplice smartphone.

La comunicazione quindi è diventata molto più rapida e non solo per quanto riguarda le chiamate o la messaggistica, ma anche la comunicazione visiva e l’intrattenimento. Potremmo dire che gli smartphone hanno cambiato il nostro livello di attenzione, hanno diminuito la nostra capacità di ascoltare gli altri.

L’Istat ha anche creato la banca dati Giovani.Stat che raccoglie e sistematizza le statistiche su adolescenti e ragazzi. Le informazioni, organizzate in modo coerente e omogeneo, sono aggiornate periodicamente e consentono diversi tipi di analisi, incluse quelle territoriali. Da tali statistiche emerge che dal 2015 al 2020 la percentuale di ragazzi dai 15 ai 34 anni è aumentata dall’87% al 92%.

Un altro studio statistico è stato realizzato dal Journal of the American Medical Association, che ha osservato come, su un campione di 2500 adolescenti che hanno usato assiduamente i social per due anni, la possibilità di sviluppare disturbi dell’attenzione sia doppia rispetto ad adolescenti della stessa età che hanno usato con parsimonia i social.

Per quanto riguarda i giovani, tale problema lo possiamo riscontrare nella vita di tutti i giorni, ad esempio non riusciamo più a stare attenti durante tutta la giornata scolastica o non riusciamo più a guardare un film fino alla fine.

Nel campo della moda, Gucci ha voluto rappresentare tale situazione di disattenzione nella miniserie realizzata per presentare la sua nuova collezione. Durante gli episodi vediamo la protagonista, Silvia Calderoni, compiere le sue normali attività giornaliere: incontrando e ascoltando i dialoghi di altre persone, Silvia si accorge che ognuno parla soltanto dei propri problemi o dice ciò che pensa, senza ascoltare l’interlocutore.

Infatti con l’inevitabile diffusione della messaggistica, purtroppo non siamo più abituati ad ascoltare gli altri. Viceversa vediamo anche dei dialoghi fra persone che parlano lingue diverse, ma ci appaiono sensati. Nel corso della serie è presente una frase che si ripete spesso, “non potrò mai dimenticare il modo in cui mi hai detto tutto, non dicendo niente”, forse perché non importa il modo in cui parliamo: potremmo anche non parlare e farci capire comunque