La società odierna è ambasciatrice del consumismo di massa. Alla base di questo fenomeno la pubblicità e l’obsolescenza programmata ricoprono un ruolo piuttosto rilevante. Ma quali sono i meccanismi di questi due mondi commerciali, quali i loro segreti?

di Daria Efficace

La pubblicità è un ramo della propaganda ed una delle principali cause del fenomeno del consumismo, che ha un notevole impatto a livello mondiale. Presente anche su Internet sotto forma di piccoli ‘advertisement’, sottopone le persone ad un vero e proprio bombardamento mediatico.

Le sue origini risalgono alla fine dell’800, quando si inizia a parlare di micro pubblicità di singole attività commerciali, e agli inizi del ‘900 quando in Italia si estende il concetto di ‘cartellonismo’ (l’arte della pubblicità sui cartelloni), novità proveniente dagli USA.

Siamo fra gli anni ’60 e ’70 quando la pubblicità si estende anche sul panorama televisivo italiano col Carosello, che ritagliava uno spazio pubblicitario in cui le pubblicità erano maggiormente basate sul cosiddetto ‘storytelling’ (racconto di fatti verosimili per convincere il consumatore all’acquisto di un prodotto), che ancora oggi è una delle strategie di marketing più efficienti.

Oggigiorno, la pubblicità si presenta sempre più articolata, con lo scopo principale di creare un’immagine di marca coinvolgendo molto spesso dei testimonial, ovvero alcuni personaggi famosi per convincere il consumatore, apparentemente consapevole e informato, della validità del prodotto e quindi dell’acquisto di esso.

Un altro elemento protagonista del consumismo di cui per ovvie ragioni si parla poco è l’Obsolescenza, che nasce agli inizi del ventesimo secolo, quando molte aziende erano sull’orlo del fallimento. Molte imprese si accorsero che l’eccessiva produttività stava causando una netta diminuzione delle vendite e i presupposti per una grave crisi economica globale.

Per far fronte a questa inevitabile emergenza, le aziende introdussero nel mercato prodotti progettati. La qualità delle produzioni veniva ridotta per garantire l’acquisto di nuovi oggetti in breve tempo da parte del consumatore. Infatti, è proprio in questo periodo che si ha la comparsa dei primi prodotti ‘usa e getta’.

L’obsolescenza programmata è alla base dell’economia mondiale attuale, che permette di mantenere un equilibrio di vendite consono e fruttifero alle grandi aziende, soprattutto impegnate nel settore tecnologico.

Ad esempio, aziende impegnate nel campo della telefonia come il colosso californiano Apple, ogni anno immettono nel mercato smartphone e computer di nuova generazione, che inducono la maggior parte degli utenti all’acquisto di un nuovo prodotto in sostituzione di quello attualmente in uso per stare al passo con la moda, anche se esso non presenta particolari malfunzionamenti (obsolescenza psicologica).

Proprio per questo motivo, la stessa multinazionale insieme all’azienda sudcoreana Samsung, hanno ricevuto rispettivamente una multa di 10 e 5 milioni di euro dall’Antitrust per l’obsolescenza programmata applicata sui modelli precedenti di Iphone e Galaxy Note.